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Pappataci e trasmissione delle malattie

Meglio non sottovalutare le punture dei pappataci: proprio come le zanzare gli esemplari femmine trasmettono, mediante i loro morsi, batteri, virus e parassiti capaci di provocare nell’uomo e negli animali malattie anche gravi.

Nella maggior parte dei casi, le punture dei pappataci sono innocue e causano solamente un fastidioso prurito, arrossamento e gonfiore della zona colpita. A volte, possono svilupparsi ulcerazioni della cute.

Allo stesso modo delle zanzare, la femmina di pappatacio, quando assume un pasto di sangue da un vertebrato infetto, diventa vettore infettante per tutta la durata della sua vita (svariate settimane).

Infezioni da virus

I flebotomi o più comunemente Pappataci sono in grado di trasmettere all’uomo virus del genere Bunyavirus nel tipo Napoletano e tipo Siciliano i cui sintomi sono paragonabili a quelli influenzali. Nelle forme più comuni i sintomi manifestati sono febbre alta ad esordio improvviso, dolori articolari, stanchezza generale, sensibilità alla luce, cefalea, vomito e diarrea. L’evoluzione è positiva con completa guarigione del soggetto colpito.

Questo quadro clinico è chiamato anche “febbre dei tre giorni” (per la durata appunto di 3 giorni) o “febbre da pappataci” la cui forma è spesso asintomatica o lieve. La guarigione avviene spontaneamente in una settimana senza lasciare conseguenze.

Toscana virus

Alla famiglia dei Bunyavirus appartiene anche Virus Toscana. È diffuso in tutta l’area mediterranea e prende il nome dalla regione italiana dove venne isolato per la prima volta negli anni ’70. È un virus ancora poco conosciuto, viene trasmesso all’uomo dalla puntura di una femmina di pappatacio infetta. Toscana virus è una delle maggiori cause di meningite estiva.

Bunyavirus

Purtroppo la femmina è in grado di trasmettere il virus anche alle uova che, una volta sviluppate, non avranno bisogno di pungere un animale infetto per diventare vettori della malattia.

Nella maggior parte dei casi, Toscana virus, è asintomatico o si manifesta con la lieve sintomatologia della “febbre dei tre giorni” , in altri vi è un coinvolgimento del sistema nervoso ed una rapida evoluzione in Meningite e Meningoencefalite. I sintomi sono quelli tipici della meningite: febbre elevata, vomito, rigidità della nuca, forte mal di testa e dolori muscolari. La maggior parte delle persone colpite guarisce spontaneamente.

Trasmissione batterica: Bartonellosi o Malattia di Carrion

Si tratta di un’infezione batterica causata da Bartonella bacilliformis e trasmessa dalla puntura di pappataci del genere Phlebotomus lutzomyia presente in Sud America sulla Cordigliera delle Ande.

La Bartonellosi da B. bacilliformis, chiamata anche Malattia di Carrion, è una patologia infettiva non contagiosa caratterizzata da due fasi evolutive: la febbre di Oroya (acuta) e dalle verruche peruviane (cronica).

La febbre di Oroya è caratterizzata da febbre intermittente e irregolare unita a mal di testa, dolori ossei ed articolari che sfociano in una grave anemia. Infatti Bartonella bacilliformis invade e distrugge fino al 90% dei globuli rossi. Solo l’avvento dell’antibioticoterapia ha permesso possibile il repentino calo dell’alta mortalità di questa malattia.

Dopo due settimane di apparente benessere, compaiono le Verruche del Perù, piccole lesioni semisferiche localizzate al viso e agli arti inferiori che possono infettarsi, diventare profonde e ledere i tessuti, nervi e ossa. In questa fase diventano sanguinanti e molto dolorose.

Maschere in ceramica (400 a. C. – 400 d. C.), Meritxell Garcia‑Quintanilla et al., 2019]

La malattia di Carrion era nota già in epoca precolombiana. Queste maschere in ceramica trovate in Equador mostrano le tipiche verruche della Bartonellosi.

Trasmissione dei protozoi: la Leishmaniosi

Le Leismaniosi rappresentano un vasto quadro di malattie causate da protozoi del genere Leishmania.

Automaticamente parlando di Leismaniosi finiamo per associare questa affezione ai cani, purtroppo esistono anche le forme legate all’uomo, con quadri clinici anche gravi.

L’uomo non contrae la malattie da un cane infetto, il contagio avviene tramite la puntura di un pappatacio, vettore di Leishmania.

Per approfondimenti su questa importante patologia, rimandiamo all’articolo dedicato.

Difendiamoci dai pappataci

Difendersi dai pappataci significa evitare di essere punti ed ostacolarne la diffusione mediante l’utilizzo di mezzi di prevenzione.

In casa…

Nelle giornate di sole aprire le finestre e lasciar entrare la luce, i pappataci rifuggono la luce solare.! Ricordare che le normali zanzariere non impediscono il passaggio di questi insetti la cui dimensione è di circa 1/3 rispetto alla grandezza di una zanzara. Optare per zanzariere con maglie non superiori a 2 mm di lato.

L’uso di ventilatori, soprattutto nelle ore serali aiuta a disperdere questi insetti, i flebotomi infatti evitano il vento.

All’aria aperta….

Attuare tutte le pratiche utilizzate nella difesa dalle zanzare. Ricordare che il momento di maggior attività dei pappataci coincide con le ore serali e notturne.

In giardino…

Per ostacolare la diffusione dei pappataci in giardino è indispensabile mantenere un ambiente inospitale per questi microscopici artropodi.

È consigliato pulire costantemente le aree esterne rimuovendo il materiale organico come foglie, rifiuti, sfalci d’erba che rappresentano un habitat ideale per la crescita dei pappataci. Evitare l’utilizzo di getti d’acqua a pressione per la pulizia di cortili e giardini perché potrebbero favorire la diffusione delle uova.

Riparare crepe e fessure nei muri dove i flebotomi potrebbero annidarsi.

Proteggersi tramite l’impiego di insetticidi idonei all’eliminazione dei flebotomi tramite la nebulizzazione automatica di un impianto professionale. Chiedi consiglio a Defender System, tecnici esperti saranno in grado di aiutarti.

Un cane per amico…

Mantieni pulita la cuccia del tuo cane!

Il cane che vive in ambiente antropizzato rappresenta nel territorio italiano il maggior serbatoio di Leishmania. Per i cani, la malattia è molto grave e spesso mortale.

Per difendere il nostro cane dall’eventualità che contragga la Leishmaniosi canina, è preferibile adottare misure preventive come l’utilizzo di un collare idoneo che impedisca ai pappataci di pungerlo, tenere pulite cucce e lettiere ed eliminare il materiale organico presente.

Evitare lunghe passeggiate serali e tenere al riparo il cane durante la notte (momenti di massima attività dei pappataci).

Proteggere dalle punture dei pappataci anche un cane ammalato di Leishmaniosi per evitare che trasmetta la malattia tramite nuove punture.

Con l’installazione di un impianto antizanzare automatico, proteggi te stesso e il tuo cane dalle punture dei pappataci.

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